Mi sembra sia una cosa troppo comoda definirsi Parigino a 3000km di distanza, mentre passeggio, bevo, rido, mi abbraccio, ballo, piango o vivo. E’ lo spelndido modo di fare il comunista col culo degli altri… E’ quello a cui ci educano i social del cazzo, con le bandierine tipo adesivo da attaccare sulla faccia… così ti senti parigino, hai messo lo sdegno in prima pagina ed avanti andare. Così, con quella bandierina dipinta in faccia, hai la patente per condividere le troiate figlie di troia di Salvini o ritwittare la pagina di Libero. Mi fermo citando il buon Massimo: “siamo di fronte a un fatto così grave che commentare le dichiarazioni di Salvini a riguardo mi sembra proprio di cattivo gusto!”
Io non sono Parigino perchè non sono francese… mi devono ridare la Gioconda… anche se non è niente di che, la Gioconda. Poi ne parliamo se voglio diventare francese. Ah sì, Zidane deve chiedere ancora scusa a Materazzi prima che io possa dichiararmi francese e parigino. Ah sì, devono imparare almeno a parlare inglese con cordialità coi turisti… poi posso cominciare a pensare di dichiararmi francese e parigino.
Non sono Parigino perchè è successo quel che è successo a Parigi. E tutto quel che è successo a Parigi non mi impedirà di avere ancora i cugini francesi un po’ sul culo!
Io non prego per Parigi perchè pregare non è la soluzione ma il problema APPARENTE. Ma come… un gesto così rasserenante come la preghiera sarebbe il problema? Sì, è il problema apparente. Perchè il primno obiettivo di queste merde del mondo – l’italiano offre splendide parole per ogni situazione… chi ha fatto quel che ha fatto a Parigi è la merda del Mondo – è quello di convincerci che il problema stia tutto in questa cazzata che ci siamo inventati. Religione e preghiera.
No, io non cado in questo gioco al massacro, in questo gioco a somma zero. Io non prego. Io provo a pensare e commuovermi. E mi commuovo, non perchè sono parigino e non perchè prego.
Io mi commuovo perchè VIVO. Io mi commuovo e mi ricommuovo perchè credo sia bene, molto bene, fin troppo bene, andare un attimo oltre. Io, lo sapete, ho sul culo i profeti, tutti… e non il loro e i nostri… tutti. Loro, nostri, noi, voi… non ha senso. Nella rivendicazione, la merda del Mondo è stata chiara. “Colpire Parigi, la città del vizio e della depravazione”. E cos’era il vizio e la depravazione colpita? Era la vita. Era l’emozionarsi. Il ballare e cantare, il saltellare come scemi per strada, l’abbracciarsi, il baciarsi, lo stringersi la mano, il tifare, il bere un caffè o un gin tonic, lo stare assieme in un bistrot o in un pub. Mica sono andati a sparare in una chiesa. Mica sono andati a mettere una bomba a Notre Dame. No… un concerto, una partita, la gente nei bar, la gente nei pub, la gente per strada. La vita.
Io non ci sto.Io mi commuovo per quel che è successo a Parigi perchè io Vivo… e per la merda del Mondo chi vive è un problema. Chi sorride, chi ascolta musica, chi si abbraccia per strada, si bacia, litiga, vive, soffre, ama… è un problema. E’ il nemico.
Io non prego per Parigi e non sono Parigino e non mi divido da loro perchè c’è un noi e loro. Io ho sul culo chi odia la vita. E mi commuovo per tutti quelli che soffrono e muoiono per la sola colpa di amare la vita, per la sola colpa di vivere la vita, di sorridere…
Hai perfettamente ragione. Dici cose giustissime!
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E’ un modo di lavarsi la coscienza. Come l’obolo ai banchi in chiesa.
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Hai ragione, però è anche vero che anche uno in Chiesa “vive”: non capisco questa dicotomia.
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Vive avendo in odio tutte le cose che ci fanno vivere ed essere felici… Poi, attenzione, ho parlato di radicalismi, non di semplici adesioni ad una setta qualsiasi…
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Ma guarda io vado in chiesa e non odio affatto le cose che rendono felici.
Non mi ritengo un integralista.
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