Il stabilimento abbandonato dove mi sono addestrato per mesi a scattare l’abbandono ed il desueto, usando ogni formato ed ottica possibile. Lo stabilimento si trova nella mia cittadina e prima che nascesse l’ILVA era il secondo colosso della siderurgia italiana. Chi conserva libri di applicazioni tecniche più datati del 1980 vada a vedere cosa si diceva di questo impianto. Questo è quel che rimane: scenario bellico e archeologia industriale. Ho anche ambientato un bellissimo set con una amica… forse lo posterò!
Nikon d60, OlympusOM1. Il materiale digitale, dove segnalato, ha subito postproduzioni similhdr (era il 2009 ero giovane e stupido all’epoca).
Mi piaceva la geometria di questa composizione. Temo l’abbia rovinata l’esasperazione dei dettagli nel tentativo embrionale di realizzare un HDR. Perdonate la cornice con firma kitsch.
Adoro questo scatto così bellico, pur con quelle luci incredibilmente invasive, perchè in quel cemento quasi fuso c’è l’essenza del bellico e dell’abbandono. (Nikon D60 ed elaborazione in chiave hdr)
Nikon d60, scatto più pulito… mi piaceva il ritmo delle colonne e quella via di fuga decentrata.
Verticali insostenibilità: Nikon d60 e nessun’altra elaborazione.
Ruggine nei ricordi. Nikon d60 e nessuna postproduzione.
Questo vero e proprio colpo di culo mi ricorda sempre lo scatto Lunch at the top of a skyscraper… la volevo così e con enorme fortuna così la ebbi. Nikon d60 e nessuna post produzione.
I prodigi dello sviluppo in C41, ossia con trattamento di negativi su pellicole positive, è quello di restituire colori non prevedibili. Il tono metallico e inacidito è in pellicola… non c’è alcuna aggiunta. Olympus OM1
In questo caso la restituzione fu quella di toni metallici. Purtroppo la pellicola 50 non ha fato il suo dovere fino in fondo. Chiedo scusa per la soppressione di tanta parte della definizione a causa della compressione dei file grafici.
Il tono rugginoso di questpellicola redscale, cioè impressionata sul lato contrario, è davvero impareggiabile. Olympus OM1 e nessuna postproduzione.
Ah sì dimenticavo, l’ultimo scatto è una doppia esposizione fatta con Holga120… fiori anche lì dove l’industria pesante sparse sale tra le terre e tra le vite di tanti, troppi.
La quarta e l’ultima 🙂
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Romanticona!
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Ahahah hai già capito tutto?
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Ovvio che si
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In questo caso l’ultima, che solitamente mi piacerebbe, è quella che mi piace di meno. Può sempre indicare l’abbandono ma mi esce dal cliché post-apocalittico che tanto mi piace. Le prime foto possono essere tutte associabili a contesti fantascientifici che spaziano da Tetsuo a Terminator, passando per Mad Max!
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E questo è un complimentone… pesnavo ti saresti soffermato sui cromatismi acidi… mi stupisci sempre…
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Osservo con attenzione sempre!
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Innegabile
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“il stabilimento?”😨😨😨😨😨
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Essì
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Itagliano correggiuto 😂😂😂
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Ma ci sta!
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ma si’ vedessi che mi e’ uscito nel post Gintoki 😂😂😂
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Corro
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Conosco qualcuno che apprezzerà molto queste foto.
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Chi?
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Il mio Cirano!
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Ah ok… non lo conosco ancora, vero?
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Cirano non lo conosci ma lui conosce te, nel senso che apprezza il tuo blog (come dargli torto).
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Che gentile ringrazialo tanto
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è incredibile come quella che chiamano “archeologia urbana” possa diventare laboratorio di creatività infinita: luogo dove il senso dell’abbandono, acquista una simbologia sempre in equilibrio fra l’inquieto e il fascinoso
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Purtroppo scomparirà X un ipermercato
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La 1 é la migliore.. davvero.
Complimenti..
il fascino dell’Acciaio.
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Torno dopo un po’ da queste parti e…mi viene un colpo! Mi hai fatto venire voglia di ripescare le mie foto (centinaia) dello stesso soggetto: sappi che ci ho fatto la tesi, su quelle acciaierie. Che quindi sono ancora lì dopo tanti anni. Pensa che immaginai di recuperarle come una “città del cinema”. Com’è strano rivedere quegli angoli, raccontati con tanta poesia, poi.
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Curioso… L’idea della città del cinema è parecchio comune… Ma di sicuro non ci conosciamo… A meno che tu non stia facendo la misteriosa! Grazie mille delle tue parole comunque… Un abbraccio forte
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No, non credo che ci conosciamo, oppure ci saremo forse incrociati per le strade della provincia barese ma senza conoscerci :-). Grazie per l’abbraccio!
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Era sentito! Come Virgilio solo sentendo Mantua!
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Mi piace molto la seconda, quasi una trincea di resistenza, e le viti. Molto belle!
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La faccenda della trincea mi piace… a motopompa!
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I’m flattered! (cit.)
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Oh I’M Blushing! (usato sempre dopo complimenti zozzoni di giovani in tempesta ormonale a donne che “potresti essere mio figlio!”)
(ibidem del tuo cit.)
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Le prime tre, nonostante la cornice 🙂 Ho un debole per le acciaierie. Ho appena lasciato quella in cui ho lavorato per venticinque anni.
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So che la cornice – con questa firma più che mai – è detestabile! Mi spiace per l’acciaieria che hai lasciato. Mi spiace per te!
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Non dispiacerti… Mi mancherà ma me ne vado da qui per stare meglio 🙂
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Un mio caro amico diceva “Quand’è per migliorare…”. Ma io credo sia sempre traumatico come evento…
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Fermo restando che un po’ traumatico lo è comunque dopo tutto questo tempo, ti dico che se fossi uscita di qui un anno fa, lo sarebbe stato molto di più. Sono l’ennesima che se ne va, e delle persone a cui tenevo di più, ne sono rimaste solo un paio, e non so fino a quando. Di quelle che sono già volate via, ne ritroverò una parte nella città in cui vado.
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Beh una consolazione accettabile!
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