Mentre mi meraviglio di quanto sangue possa venire ancora fuori da un corpo rimasto morto per ore, mentre mi scopro a toccarlo con la punta del piede, in modo rude, per essere sicura che, almeno questa volta, la signora sia davvero trapassata, rifletto sul fatto che le chiavi sulle grate alle finestre e ai balconi sono tutte nel primo cassettino della mia postazione. Le inferiate devono tassativamente restare chiuse, in assenza di personale: un piccolo compromesso con il senso di libertà degli assistiti che ci tiene al riparo dalla tentazione, a volte dispettosa, in agguato, di fare un salto giù dal primo piano nel giardino per vedere di nascosto l’effetto che fa. Considero che nelle stanze degli spazi comuni, giù al pianterreno, ci sono altri cinque pazienti terrorizzati, chiusi lì dentro, probabilmente nella sala relax con Marco che – lo spero davvero – dovrebbe essere ancora lì a provare a tenerli buoni. E mi rendo conto, non senza che la proverbiale gocciolina di sudore mi coli lungo la tempia e si perda sul collo, gelida, che fuori dalla porta dei bagni degli uomini, da qualche parte tra il corridoio comune e la suite numero quattro, dove l’ho lasciato, dovrebbe esserci Vincenzone. O quel che ne resta. Oppure, ancora, quel che è tornato indietro, del colosso che si crede Gesù o un suo miracoloso emulo. Resto in silenzio. Provo a isolare in un angolo buio, in un cassetto abbastanza profondo, le urla e le grida di terrore che arrivano dal piano inferiore. Provo a ricercare il silenzio. Impresa difficile. Ma aguzzo l’udito, addrizzo le antenne e cerco di capire se qualcosa rantoli, respiri, ciabatti, si muova nel corridoio qui fuori.
“Dopo di noi” è una serie di racconti che posto su questo blog, nel quadro di un più ampio progetto di blog noveling, tipico della formula della scrittura creativa. In questa serie seguiremo le avventure di Sonia, dipendente della clinica per dabilità psichiche “Dopo di Noi” alle prese con l’invasione dei Morribondi, una forma molto aggressiva di terribili zombie.
Di nascosto hai messo una cit. ad effetto!
Siamo sempre piú nel vivo, o nel non morto, che dir si voglia!
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E tu sei bravissimo quando peschi le cose!
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Grazie!
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Ma prego, non c’è di che!
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Sempre cortesi bisogna stare che la nostra scortesia fa male al re…
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Esattissimo!
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Si torna al discorso di prima, sulla convivenza!
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Ne ragioneremo presto de visu
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Ci conto!
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Prossime settimane!
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Yeah!
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mi si è schiaffata davanti una scena di tanti anni fa… terribile e agghiacciante… non è piacevole ma vuol dire che la storia è bella viva e tu sei bravo…
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Mi spiace averti turbato… ma grazie grazie grazie davvero!
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non è un problema, fa parte del gioco e prego prego prego, davvero!
( quello che mi colpisce è che quando ho vissuto quell’esperienza… mi era proprio venuto in mente un luogo di morti viventi… pensa te…)
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Guarda che certi giudizi per me sono utilissimi!
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Se sono stata utile… Ancora più felicerrima
( ho scritto una cosa e ho fatto il collegamento qua… Potevo?… )
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Certo che si… anzi grazie!
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Ha una sola pecca, puntate troppo brevi!
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Vedremo con la prossima serie!
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Bella bella la tua storia “de paura”!
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Oh ma grazie!
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