La domanda che dovrebbe venire più spontanea, mentre risistemi il foulard a una vecchia ormai cadavere, dopo averle serrato la garza sterile sotto il mento, allacciandola sulla testa, per evitare che il rigor mortis la blocchi con la bocca oscenamente aperta, dovrebbe essere: “Quando cazzo è stato che mi sono abituata così glacialmente al contatto con un morto? Quando sono diventata l’essere così insostenibilmente cinico che sono?”. No, quella domanda proprio non viene fuori da sola. Devi cercarla e dire che sarebbe normale. Segno che, ormai, farsela non serve più. Sei questo: una stronza cinica, incapace di provare un minimo di empatia anche nei confronti di un’anziana paziente neppure così problematica come ti trovavi spesso a definirla o descriverla. Perché in fin dei conti, mentre ti assicuri che il nodo di garza intorno alla punta dei piedi tenga e non li faccia aprire e restare divaricati innaturalmente, ritorni agli ultimi giorni, quelli che nessuno sapeva sarebbero stati gli ultimi, della signora Buozzi. E ti capita di pensare che, alla fine, a piccole dosi e soprattutto dopo le ore di terapia della memoria, con le foto, gli oggetti, le registrazioni audio della rielaborazione dei suoi ricordi, vederla sorridere e raccontare qualcosa era anche un’esperienza piacevole. Eppure ti chiudi la porta alle spalle, ti attardi un attimo in più con la mano sulla chiave nella toppa. Chiudere o no? Se riflettessi un attimo in più sul gesto di serrare dall’esterno una porta, alle domande di cui sopra potresti rispondere: “Sonia, non è vero, lo sai anche tu che non sei la stronza cinica che dipingi tu per prima…”. Invece ti rispondi che per una volta puoi evitare di far girare la chiave e scattare la serratura, che per una volta puoi risparmiarti il giro fino alla suite numero quattro, senza pensare al fatto che lì dentro una persona che conoscevi e frequentavi da più di un anno non c’è più. Sei una stronza cinica o, almeno, lo sei diventata.
“Dopo di noi” è una serie di racconti che posto su questo blog, nel quadro di un più ampio progetto di blog noveling, tipico della formula della scrittura creativa. In questa serie seguiremo le avventure di Sonia, dipendente della clinica per dabilità psichiche “Dopo di Noi” alle prese con l’invasione dei Morribondi, una forma molto aggressiva di terribili zombie.
A me Sonia sta simpatica, non la vedo «stronza cinica».
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Eh per ora ancora no… 🙂
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Uhm…
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If you wait you have taste!
Allo squaglio della neve…
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Neve? A Giovinazzo c’è stata neve?
Va bene comunque. In ogni caso, come per Don Russo, quando esce la storia di Sonia la compro e mi tolgo tutti i dubbi!
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più che cinica sembra abbia una gran bella corazza… mi piace…
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Mah… vedremo vedremo!
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Come fai a non diventare cinico lavorando in un ambiente così? L’unico modo per proteggersi è quello, basta che non subentri la crudeltà, quella è più grave.
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Cinismo e crudeltà possono e devono vivere divise
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Mettiamoci un condizionale, viste le notizie bestiali che si sentono fin troppo spesso.
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Certo, più di un condizionale
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Beh ma sarä pure normale un po di corazza visto l’ambientino in cui si ritrova, no? Tanto stronza non me pare!
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Aspetta a cantare vittoria!
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Ah ecco… Avrä un voltafaccia allora!
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Beh una evoluzione!
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Belli i personaggi che crescono ed evolvono in corso del racconto!
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Siempre!
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