Clockwork Orcas 1 – Di Domenico Mortellaro.
Il primo romanzo di una saga a cavallo tra mythpunk, clockpunk e dieselpunk.
C’era una temperatura quasi polare nella stanza. Forse l’ampiezza delle volte, lo spazio negativo, tanto, tra il lungo tavolo al centro, le sedie tutt’attorno e le pareti così distanti. Più probabilmente le finestre lasciate aperte sulla notte gelida. Il centro della stanza pareva fumare: la condensa che disperdevano nell’aria le figure sedute in attesa che qualcuno, tra loro, decidesse di rompere il silenzio e cominciare.
Ad un capo del tavolo l’alta uniforme nera dell’esercito distingueva immediatamente il vertice della catena di comando. Capelli brizzolati che cedevano al grigio ed al bianco ampie praterie di quello che una volta doveva essere un mare calmo di nero corvino. Alla sua destra, la giubba mimetica stretta di una giovane ufficiale, coperta sulle spalle da un mantello nero. Il basco amaranto a celare gran parte della chioma tagliata corta, acconciata a caschetto. Si sarebbe detto un viso da occhi grandi e profondi, se non fosse che in quel momento erano strette bocche di fuoco puntate sugli altri presenti. Al fondo, due iridi che nel verdino elettrico della luce al neon quasi sembravano colorate di viola.
Di fronte si era accomodato placido e impassibile un uomo in abito talare, nero anch’esso. Un cappuccio aguzzo nascondeva il viso. Le mani intrecciate proprio sotto il mento, a sorreggerlo, non erano quelle di un anziano. Accanto due uomini in abiti civili, scuri. Uno di loro aveva occhiali tondi da orologiaio, l’altro, di fronte ad un vecchio stenografo, ingannava l’attesa e zittiva un nervosismo galoppante lisciando insistentemente un baffetto da sparviero rossiccio, unica traccia di peluria sotto una testa glabra e lucida. Infondo al tavolo, a segnare l’ennesima postazione, un trespolo da rapace sistemato al posto di una sedia. “Se ci siamo tutti… – dal capo del tavolo, l’uomo in alta uniforme prese la parola – Gevorg, procediamo!”. L’uomo dal cappuccio puntuto annuì, disegnando con il suo copricapo un tratto corto e rapido. Premette con indice e medio della sinistra il tasto di un interfono sistemato sul tavolo: “Miriam, prego entra e porta con te il Visore.”.
Ci pensavo ieri sera.
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A cosa?
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A clockwork orcas, mi chiedevo: arriverà il libro?
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A luglio!
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Metto da parte i soldi
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Eh mamma! :*
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finalmente….
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Rieccolo! Tutto nuovo!
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piu’ tardi lo riprendo 😆
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Smuack!
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Bellodeziasua!😙😙😙😙
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Smuack zia!
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Vai cosí, l’inizio intriga!
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Benissimo… avanti così, allora, vate!
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Sempr3!
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Y3P
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