Allora, visto stasera il fim di Justin Kurzel. Ero corazzato all’idea di affrontare un paio d’ore molto complesse… e tutto è andato per il vesro giusto. Nel senso che dopo una visita al sushi all-you-can-eat e considerate le ore 22:30, il fatto che mi abbiano colpito col gomito per ridestarmi solo due volte e dopo appisolamenti rumorosi ma brevissimi, vuol dire che è successo quello che pensavo.

Ho assistito ad un film realizzato in maniera quasi esegetica e tremendamente rispettosa dell’opera del grande Giacomino Lanciascossa. I dialoghi, il narrato e ogni singola battuta è fedelissima alla trasposizione originale, nel doppiaggio. Presumo che l’opera non doppiata sia addirittura – da quel che intuisco nei trailer – in inglese stretto. Come ogni ambientazione medioevale che si rispetti, nello studio e nell’uso delle luci il film si dimostra rispettoso della carenza di fonti di energia elettrica… per cui, tutto molto cupo, atmosfere tetre. Efficacissima la fotografia che valorizza in modo incredibile tanto del narrato, per forza di cose lasciato a casa da un’opera teatrale che si affida, per il racconto, alsolo dialogo ed alla mobilità degli attori. Le tante istantanee viventi a volte narrano in modo molto più efficace, descrivono, trasudano di desolazione, ferocia, follia… in alcuni momenti delirano onnipotenti, in altre cedono il passo accecate dalla luce nelle nebbie – che tutto rende ovattato e lattiginoso e denso – a volte incendiate da fuochi rosso rubino.Commento sonoro quasi assente, per movimentare la situazione che rischierebbe altrimenti di rimanere davvero stagnante, soccorre un montaggio schizofrenico, che vive a volte di incedenti scatti in avanti, a volte di attimi di sincope che sta li a sottolineare attimi e concetti. Al netto di un enorme lavoro di camera fissa e carrelli brevi e lenti, nei momenti topici dei monologhi o dei dialoghi serrati.

Gli attori, a dispetto di quel che si possa credere un film incentrato solo sul dittico Sir – Lady, andrebbero menzionati partendo dalle comparse o dai ruoli minori come quello del Barone McDuff o di Banqo esplosivi nella loro emotività e glaciali nelle rievocazioni di Sir Macbeth. Fassbender e la Cotillard meritano un giudizio a se stante. Lei si rivela a dispetto di quelle che erano state le mie prime convinzioni, solo una degna spalla. Io mi aspettavo una sua esplosiva performance di quelle da pazzerella forte… qui invece è implosiva, si guarda divenire ispiratrice, dominatrice, succube… fino a scoprirsi amaramente colpevole. Fino al suo monologo che è una perla di recitazione. Fassbender è il vero e proprio mattatore, a dispetto di un ruolo che forse l’autore del dramma immaginò molto meno carico di pesi e responsabilità. Macbeth qui è molto più protagonista, emerge molto più sulla scena, ha e da l’idea di essere indiscusso dominus di tutta la tragedia. E vive questo ruolo con una magneticità pari a quella di pochi attori. Intenso, folle, a tratti davvero incontenibile.
Il problema, come per “Lu cunto de li cunti” di Garroine, sono le aspettative di una sala gremita che si aspetta di gustare un prodotto simil-spin-off di roba tipo Game of Thrones e simili. I trailer dovrebbero essere più veritieri. Bisognerebbe affiggere, massimamente nei multisala, il marchio “non per tutti” o “film complesso” o “cinema d’autore” o “no pop” accanot a produzioni di questo tipo… perchè vedere la sala che si svuota, sentire la gente che parla, sentire le bestie che si muovono come bufali, captare commenti tipo: “Ma che palle ma come parlano questi?”… dopo un pochettino… come dire… stufa!
A me è piaciuto, ma sappiatelo: è lento, è cupo, è recitato! Ripeto, a me è piaciuto!