Ci sono cretini che hanno taggato la Madonna e ci sono cretini che non hanno taggato la Madonna. Io sono un cretino che la Madonna, invece, l’ha taggata a volte. Tutto consiste in questo, taggare la Madonna o non taggarla.
San Zucchinborgo da Harvard, spione dei porci, si faceva le ali frequentando la propria maldestrezza e le notti, in preghiera, si guadagnava le nanne della Vergine, a bocca aperta, facendoci navigare. I cretini che taggano la Madonna hanno ali improvvise, sanno anche volare e riposare a terra come una piuma. I cretini che la Madonna non la taggano, non hanno remi, nè ali, negati al navigare ed al volo eppure volano lo stesso, e invece di posare ricadono come se un tale, avendo i piombi alle caviglie e volendo disfarsene, decide di tagliarsi i piedi e si trascina verso la salvezza, tra lo scherno dei guardiani, fidenti a ragione dell’emorragia imminente che lo fermerà. Ma quelli che taggano non taggano quello che vedono, quelli che volano sono essi stessi il volo. Chi vola non si sa.

Un siffatto miracolo li annienta: più che taggare la Madonna, sono loro la Madonna che taggano. È l’estasi questa paradossale identità demenziale che svuota chi tagga del suo soggetto e in cambio lo illude nella oggettivazione di sè, dentro un altro oggetto. Tutto quanto è diverso (cioè Io, cit.) è Dio. Se vuoi stringere sei tu l’amplesso, quando baci, la bocca sei tu. Divina è l’illusione. Questo è un tag. Così è di tutti i taggati, fondamentalmente impreparati, anzi autonegati. Gli altari muovono verso di loro, macchinati dall’ebetismo della loro psicosi o da forze telluriche equilibranti – ma questo è escluso.
È così che un taggato perde se stesso, tramite l’idiozia incontrollata. Un altare comincia dove finisce la misura e il suo senso. Essere santi è perdere il controllo, rinunciare al peso, e il peso è organizzare la propria dimensione. Dove è passata una strega passerà una fata. Se a frate Asino avessero regalato una mela metà verde e metà rossa, per metà avvelenata, lui che aveva le mani di burro, l’avrebbe perduta di mano. Lui non poteva perdersi o salvarsi, perchè senza intenzione, inetto. Chi non ha mai pensato alla morte è forse immortale. È così che si tagga la Madonna.

Ma i cretini che taggano la Madonna, non la VEDONO, come due occhi che fissano due occhi attraverso un muro: un miracolo è la trasparenza. Sacramento è questa demenza, perchè una fede accecante li ha sbarrati, questi occhi, ha mutato gli strati – erano di pietra gli strati – li ha mutati in veli. E gli occhi hanno visto la vista. Uno sguardo. O l’uomo è così cieco, oppure Dio è oggettivo. E Dio c’è… e si chiama algoritmo di visualizzazione dei tuoi amici su bacheche non allineate. I cretini che taggano, taggano in una visione se stessi, con le varianti che la fede apporta: se vermi, si rivedono farfalle, se pozzanghere nuvole, se mare cielo. E davanti a questo alter ego si inginocchiano come davanti a Dio. Si confessano a un secondo peccato. Divino è tutto quanto hanno inconsciamente imparato di sè. Hanno taggato la Madonna. Santi. I cretini che non hanno taggato la madonna, hanno orrore di sè, cercano altrove, nel prossimo, nelle donne – in convenevoli del quotidiano fatti preghiere – e questo porta a miriadi di altari.

Passionisti della comunicativa, non portano Dio agli altri per ricavare se stessi, ma se stessi agli altri per ricavare Dio. L umiltà è conditio prima. I nostri contemporanei sono stupidi, ma prostrarsi ai piedi dei più stupidi di essi significa taggare. Si prega così oggi. Come sempre. Frequentare i più dotati non vuol dire accostarsi all’assoluto comunque.
Essere più gentile dei gentili. Essere finalmente il più cretino. Quello che la Madonna l’ha taggata a volte! E l’ha vista sempre! Religione è una parola antica. Al momento chiamiamola educazione.
(Libera reiterpretazione autobiografica di Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene)