C’è una verità ineluttabile: ci siamo disabituati al rapporto con la pagina di carta. Ci avevano illuso che sta Rete avrebbe semplicemente messo in contatto esperienze, pensieri, saperi. No… ha fatto qualcosa di molto più subdolo e le menate di Adam Kadmon non c’entrano. Ci ha disabituati ad una serie di cose. Per esempio ci ha disabituati al rapporto continuo e costante con i supporti materiali, analogici. Ci ha disabituati a toccare. Secondo uno studio recente – le fonti zappatevele – perderemo il tatto nei prossimi cento anni, visto e considerato che la tecnologia proverà a trascrivere quel che diciamo ed a trasmetterci odori. Non è Dick, baby… Philip K. Dick non c’entra.
Nel frattempo, la nostra grafia si è imbruttita, abbiamo perso la costumanza col foglio e la penna… abbiamo definitivamente smesso di leggere. Il Nulla di Atreiu e de La Storia Infinita ha vinto.
Dico questo in premessa perchè come al solito vivo in maniera assolutizzante – da perfetto egocentrico – tutte le mie piccole e risibili sciagure quotidiane trasformandole in verità assolute.
Lo sapete tutti: ho studiato 17 anni della mia vita per poter continuare a studiare, come professione… con buona pace di alcuni amici che sostengono che il mio sia un lavoro di quelli inventati per i comunisti per non farli sudare e zappare e per far loro guadagnare un sacco di soldi (cit. Vito). Ho dato 17 anni della mia vita alla ricerca. Sfruttando, non mi vergogno a dirlo, un dono: quello di saper mettere in parole, belle, quel che penso e quel che voglio raccontare.
Non è stato possibile arrivare al traguardo perchè, guardacaso, di mezzo ci si sono messi i post-pseudo-comunisti italiani coi loro tarocchi e le loro pastette – fidatevi di me questa non è una verità assolutizzata, questo è Il Verbo!
Siccome avevo già pubblicato una serie di racconti in giro per concorsi – alcuni dei quali sono su antologie con lo pseudonimo Aleks Kuntz… anche in questo caso ve li cercate da soli perchè ci sono quasi tutti tranne quello che ha avuto la menzione di onore al Lovecraft del 2004… quello ve lo posso spedire se interessati via posta in formato word! – siccome avevo già pubblicato un libro con il mio nome e cognome – mettete lo spazio nel posto giusto e saprete come mi chiamo – siccome un blog su splinder ce l’avevo avuto anche con discreto successo, siccome avevo un sacco di materiale pronto per la pubblicazione… tutti gli amici: “Cazzo aspetti? Pubblica!”.
Pubblicato – e domani per esempio presento a Bari un mio lavoro, un saggio nato da una indagine criminologica condotta in undercovering (sono addestrato anche a questo) in un quartiere a rischio a Bari – e come al solito, se non pubblichi per Mondadori o Einaudi o simili, ho contribuito alle spese di pubblicazione ricevendone copie omaggio.
Mi ha fatto immensamente piacere condividere con tutte le persone più care, vicine e lontane, questo bel momento… regalando loro una benedetta copia omaggio.
Preciso quanto segue: noi scrittori non proprio affermati siamo affetti da una rara patologia: viviamo le nostre pubblicazioni come fossero protesi del nostro stesso pene. Ogni libro contribuisce a quello che nelle pubblicità ingannevoli sui siti porno è definito “procedura per l’enlargeamento del proprio pene”. Sostanzialmente ogni libro ce lo fa sentire più lungo di 2/3 cm e più spesso di un mezzo centimetro buono. E finchè non sei proprio affermato sei come quegli adolescenti che se lo scoprono misteriosamente un pochino più lungo ogni giorno ed hai tutta la smania di correre dagli amici a farglielo vedere. Regalandogli una copia omaggio. Sei uno scrittore arrivato quando questa cosa non la fai più perchè SAI PERFETTAMENTE CHE CE L’HAI COSI’ GROSSO CHE SARANNO GLI ALGTRI A CHIEDERTI DI OMAGGIARLI CON UNA COPIA, venendo a chiederti implicitamente: “Me lo fai vedere?”.

Sapete cosa mi fa tremendamente incazzare e deprimere?
Non che il buon 75% dei miei libri giacciano invenduti nelle librerie: con la crisi del supporto cartaceo ci sta! Non che tutta una serie di stronzi post-proto-paleo comunisti al potere si riempiano la bocca di “periferie” (sotto elezioni… perchè non sono tutti uguali, sono tutti stronzi e c’è una sottile differenza che vi trovate da soli) abbiano ricevuto il libro e non abbiano voluto presentarlo!
Mi da profondamente al cazzo che almeno due di questi libri ci siano una quindicina di persone che li hanno ricevuti, hanno preteso la dedica … e non li hanno nemmeno aperti! Questo mi fa incazzare, sì… e di brutto.
Perchè i libri in genere non sono complementi d’arredamento… men che meno i miei! Esistono ditte specializzate che forniscono scaffalature finte già dotate di libri, se volete fare i fighi! Sono pieni gli studi medici, quelli forensi e quelli notarili, brutti coglioni che entrate e vi magnificate di quelle librerie sempre così ordinate e cromaticamente impeccabili. Stronzi le librerie devono puzzare di polvere. Stronzi le librerie devono essere una babele cromatica. Un libro non è bello, coglioni, un libro racconta, parla, dice… Stronzi!
Perchè i Miei libri che Vi ho regalato… se in generale con gli altri servono a farmelo sentire un pochino, un tantinello più grosso e piacioso, nelle vostre mani diventavano un gesto di sommo affetto nei vostri riguardi – avevate voi per primi così tanto insistito perchè pubblicassi, volevo dividere con voi prima che con tutto il resto quella gioia. E quando uno ti abbraccia, con tutto l’affetto che conosce, ricambiare come pezzi di legno fermi lì è da stronzi o da stronze frigide (il peggio dell’umanità!).
Perchè i miei libri sono l’enlargeamento del Mio Pene… non del vostro. Nè l’imenoplastica che vi fareste! Chi scrive si può pavoneggiare col pacco in vista in giro per il mondo. Il vostro amico scrittore non è tecnicamente il pisello che voi potete esibire… men che meno se non sapete neppure che cazzo ha scritto.
Lo so, ho assolutizzato una faccenda privata… ma vi assicuro che è il Verbo!
Come vi giuro che esiste solo una Puglia Peggiore!
Come vi prometto che – a meno di pubblicare per Stile Libero o per Mondadori – invece che girare a pensare di farmelo venire grosso regalando copie agli stronzi che mi hanno invogliato a pubblicare, a richiesta della copia omaggio autografata risponderò: “Aspetta, finisci prima gli altri… non vorrei ingolfarti con tutte ste cose da leggere!”.
Anche perchè poi, avercelo come la proboscite di un elefante e non riuscire a farlo funzionare perchè poi nessuno gli garantisce attributi di stima, forse, è anche più deprimente!

(dell’enlargeamento del proprio pene come dello splendido capolavoro intitolato Heysel ’85 -sic!- ho deciso che parlerò domani)